Come Acli delle Marche da anni insistiamo sull’emergenza della disoccupazione giovanile. Con la continua perdita dei posti di lavoro, l’enorme numero dei cassintegrati, la caduta dei consumi popolari e la forte crescita delle famiglie povere è ormai impensabile aggredire uno soltanto di questi problemi trascurando gli altri. Né avrebbe senso inseguire soltanto l’ultima emergenza. Serve una visione d’insieme,
che punti al rilancio dell’economia della regione, e servono interventi a largo spettro. In questo quadro va valutato il Bando 2013 a sostegno dell’occupazione dei giovani disoccupati.
Dalla crisi non si esce se non puntando sull’innovazione. Il multimediale e la green economy, i due settori indicati dal Bando, sono sicuramente due settori fortemente innovativi. La progettazione multimediale e le applicazioni informatiche alla strumentazione mobile, da una parte, la progettazione di energie rinnovabili e la gestione dei sistemi ambientali, dall’altra, sono due settori da sviluppare nella
nostra realtà regionale, ancora caratterizzata da scarsa propensione all’innovazione e all’impiego di giovani altamente formati.
Il bando contiene una seconda misura altrettanto interessante: gli incentivi economici per le imprese che assumono giovani disoccupati qualificati. Vengono sostenute soprattutto le assunzioni a tempo indeterminato, anche se si prevedono incentivi pure per contratti a tempo determinato, con contributi a scalare in base alla durata del contratto.
Di fronte alla drammaticità della crisi è chiaro che queste misure possono apparire dei palliativi, ma va detto che non sono gli unici interventi realizzati dalla Regione: basti pensare al nuovo bando per il prestito d’onore. Le obiezioni della CGIL comunque non sono fuori luogo. Indubbiamente, con il persistere della recessione, sono necessarie misure di sostegno economico e di reinserimento lavorativo volte specificamente a quelle persone che vivono una condizione di particolare disagio socio-economico. Ma i
due interventi non devono essere visti come alternativi. Sarebbe davvero misero vedere contrapposti gli adulti licenziati e i cassintegrati ai giovani disoccupati