Sono 112 bar senza slot, 112 esercizi pubblici che offrono più spazio alle persone: il ‘Café De La Paix’ a Bologna è stato l’ultimo a essere stato premiato e aggiunto alla virtuosa mappa dei bar no slot disegnata dalla campagna Slotmob (per vederla: economiafelicita.it/slotmob,  ndr ). «Più di 200 di associazioni, anche molto diverse tra loro, hanno aderito al movimento Slotmob che in questi due anni ha portato avanti una straordinaria mobilitazione, coinvolgendo più di 15mila persone, contro il diffondersi delle slot machine e dell’azzardo in Italia», ha spiegato l’economista Luigino Bruni, tra i promotori di Slotmob che sabato e domenica scorsa si è riunito per fare un bilancio sull’attività svolta. E per guardare insieme al futuro, con tanti nuovi obiettivi: tra cui lanciare degli spazi alternativi di aggregazione e gioco negli oratori, raggiungere entro qualche anno i 1.000 slotmob, allargare la rete in Europa e sensibilizzare i ragazzi al gioco sano nelle scuole, dalle elementari all’università.  «Già nel 2013 avevo iniziato lo sciopero del caffè – ha proseguito il professor Bruni –: nel senso che avevo smesso di ordinarne nei bar dove vedevo intorno a me persone che si rovinavano giocando con le  slot machine. Nell’uscire spiegavo le mie ragioni al barista in modo che fosse chiara la mia scelta etica». A una logica del mercato, coniugata in senso etico, si è aggiunta, in seguito, la volontà di «applicare una logica premiale, tipica dell’Umanesimo italiano», organizzando coi giovani di “Economia Felicità” degli incontri di festa attraverso cui dare un riconoscimento a quei baristi che hanno scelto di togliere le slot machine. «Abbiamo cominciato ad andare in 200-300 persone per fare colazione, in modo da premiare collettivamente le virtù civili e abbiamo scelto di riproporre il gioco, nel suo vero significato, di incontro delle persone » attraverso dei tornei di biliardino e di altri giochi sani che portano alla relazione.  Questa «reazione dal basso – ha continuato il professor Bruni, editorialista di Avvenire – è arrivata da una realtà pluralista di associazioni », unita dal proposito di non voler «alimentare un sistema completamente sbagliato». L’Italia, infatti, «è l’unico Paese in Europa a fare 8 miliardi di entrate fiscali con l’azzardo – ha proseguito il professor Bruni –: significa che il Governo ha deciso di fare cassa, di costruire strade, marciapiedi e scuole affamando le famiglie di persone rovinate dal gioco». Di più, all’economia reale vengono sottratti più di 85 miliardi di euro che vanno nell’azzardo, anziché essere investiti nelle imprese o in altri consumi. «Chi gioca, si sa, vive già in condizioni economiche difficili, in condizioni di isolamento». Si tratta di persone che hanno perso i legami sociali e nell’azzardo vedono una via per il riscatto che non è realistica. Lo sono, invece, i costi sociali legati a questo business: oltre 800mila persone a rischio dipendenza (Gioco d’azzardo patologico), famiglie distrutte, numerosi casi di suicidi per i troppi debiti, senza contare le infiltrazioni mafiose che riciclano denaro attraverso le sale slot e i casi di usura sempre in aumento.  Se i costi ricadono sulla collettività (costi per le Asl per la cura dei giocatori, lotta alla criminalità) i profitti vanno in mano alle aziende che operano nel business e che bombardano con le pubblicità anche i più giovani: Slotmob, in questo senso – dopo l’incontro a Roma dell’ultimo fine settimana, nei quali 65 referenti territoriali della rete di associazioni, si sono ritrovati per fare un bilancio e pianificare interventi futuri – è pronta a «portare nelle scuole di tutta Italia un progetto di formazione su questi temi», in modo da contrastare la “cultura della scommessa” che invade ogni campo della vita scolastica. «Stiamo pensando anche all’idea di lanciare delle sale giochi alternative proprio ripartendo dagli oratori. Perché chi cade nella trappola dell’azzardo, è solo, ha perso le relazioni sociali. Serve quindi, rilanciare dei luoghi dove si possa giocare, stare assieme, senza spendere denaro». Prevista anche l’istituzione di una giornata nazionale per la lotta al gioco d’azzardo, oltre alla proposta che presto arriverà sul tavolo del Capo di Stato di «premiare la rete di baristi Slotmob, in modo da dare loro un riconoscimento pubblico ancora maggiore» Tratto da Avvenire di martedi10 novembre 2015