La Federazione anziani e pensionati Acli con il supporto del Patronato Acli ha predisposto una proposta di legge per istituire l’integrazione al minimo vitale per trattamenti pensionistici calcolati esclusivamente con il sistema contributivo.
“Con questa iniziativa la Fap Acli – sostiene il Segretario Nazionale Serafino Zilio – intende dare ascolto e voce ad ogni situazione, facendo proposte non corporative ma globali, che abbiano come obiettivo principale la giustizia sociale ed il bene comune”.
L’articolo 38 della Costituzione sancisce che «I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria». Cosa che non si garantisce affatto con l’applicazione senza correttivi della riforma pensionistica di Dini (legge 335/95), ma solo con una sua modifica, avanzata nella proposta di legge delle Acli, per integrare le pensioni contributive al minimo vitale.
A quasi venti anni dall’entrata in vigore della legge di riforma si stanno verificando, e diventano di grande rilevanza sociale, situazioni di emergenza nelle quali, in caso di invalidità, gli importi irrilevanti di pensione maturata mettono in gioco perfino la tutela costituzionale dell’art. 38.