“Da oggi diventano enormi le attese che gli Italiani hanno riposto nel governo guidato da Matteo Renzi” – afferma Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli – , l’auspicio è che l’Esecutivo sappia sfruttare al meglio la grande apertura di credito che ha ricevuto nelle urne per portare l’Italia fuori dalle attuali sabbie mobili della deflazione, e per guidare con autorevolezza ed efficacia il semestre di presidenza italiano dell’Unione Europea.
Con il voto europeo di ieri – prosegue Bottalico – l’elettorato ha largamente scommesso su Renzi cui è riuscito di sommare alla base dei voti del Partito Democratico, una parte significativa degli elettori di Forza Italia ed una fetta del voto di protesta, frenando l’avanzata di Grillo. Sotto la guida di Renzi il Pd ha finito per dissanguare il centro destra. Il clamoroso risultato del Pd suona come una conferma delle larghe intese nelle urne, anche se preoccupa l’alto tasso di astensionismo. Infatti, l’altro vincitore, insieme a Renzi, delle elezioni europee in Italia è l’astensionismo, con solo il 58,6% di votanti, 8 punti in meno rispetto al 2009. Sono più di venti milioni di Italiani che non hanno partecipato alla competizione elettorale: su 49.256.169 aventi diritto hanno infatti votato solo 28.908.004 . Un dato che deve far riflettere.
Nel resto d’Europa – conclude Bottalico – si è avuta l’ascesa preoccupante dei movimenti di protesta che in Francia e nel Regno Unito sono arrivati primi. Ma nel contempo è da registrare la tendenza alla scomparsa del bipolarismo. Le principali democrazie europee sono almeno tripolari. L’elettorato europeo ha espresso una insofferenza verso il sistema che favorisce due soli esiti possibili, la politica si dimostra più complessa delle astrazioni politologiche”.