“L’agricoltore può ancora ricoprire il ruolo sociale del custode del territorio?”  E’ con questo interrogativo che si è aperto il terzo appuntamento del LAPIS che ha avuto luogo a Montegranaro domenica 29 marzo.

Relatore dell’incontro è stato Riccardo Tassi, Dottore in Agraria che ha ricordato come oggi gli agricoltori, più che custodi, sono chiamati, dalle logiche di mercato, ad essere erosori del territorio: per garantire una produttività dell’azienda si dovrebbero applicare tecniche che poco si addicono al nostro territorio marchigiano e a gran parte del territorio italiano soprattutto dell’Italia centrale, fatto da piccole tenute di terreno. Ecco perchè oggi solo il 25% delle attività agricole sono gestite da giovani, il resto delle imprese sono condotte da persone con più di 65 anni che non si dedicano all’attività agricola per trarre un profitto quanto per rispondere ad un bisogno affettivo che li lega ad una tradizione del passato.

A partire da questa lettura del territorio Tassi ha però evidenziato la presenza di alcune opportunità che, se puntualmente colte dai giovani, possono costituire delle importanti vie per avviare delle attività produttive e essere protagonisti del territorio. L’uso della tecnologia a cui i giovani sono predisposti, l’attenzione alla costruzione di una rete sul territorio, di una filiera, e la scelta della diversificazione sono questi gli ingredienti per diventare i nuovi custodi del terreno.

L’invito a “Custodire e coltivare”, riprendendo le parole del Papa emerito Benedetto XVI ,è arrivato anche da Luigi Bracalenti e Emanuele Luciani del Laboratorio piceno della Dieta mediterranea che hanno concluso l’incontro ricordando le opportunità che vengono dai prodotti sani della terra e dalla dieta mediterranea, una tipicità del nostro territorio che deve essere rivalutata come risorsa necessaria per crescere in benessere ma anche per lo sviluppo di nuove attività lavorative legate alla terra e al turismo .