Sono stati presentati in un convegno che si è tenuto presso la Sala Conferenze del Centro Servizi Volontariato di Ancona i risultati della ricerca promossa dalla presidenza regionale delle Acli sullo stato di salute delle relazioni familiari nelle Marche.
I lavori sono stati introdotti dal presidente regionale Francesco Baldoni che ha richiamato il percorso realizzato negli ultimi anni dalle Acli delle Marche attorno al tema “Giovani, lavoro, famiglia”, dentro il quale si inserisce la ricerca del 2015. È seguito un intervento del cardinale Edoardo Menichelli che, molto interessato ai risultati della ricerca, ha invitato le Acli ad essere una associazione sempre più educativa, profetica e solidale. Hanno poi preso la parola i due sociologi curatori della ricerca: Massimiliano Colombi e Benedetta Polini.
Dopo aver richiamato le recenti trasformazioni della famiglia nelle Marche, che dal punto di vista sociologico ancora oggi sono una terra di confine tra novità e tradizione, Benedetta Polini ha affermato che nelle difficili condizioni di oggi le relazioni familiari sono messe duramente alla prova. Tuttavia la famiglia ancora regge e le relazioni restano ancora forti, tanto che anche i giovani riconoscono l’importanza formativa della famiglia. Insomma, nonostante gli indubbi segnali di fatica, la famiglia resta una chance di vita, cioè continua a offrire ai propri membri buone possibilità di riuscita nella vita.
In questo scenario delineato da Benedetta Polini, Massimiliano Colombi ha analizzato il nodo famiglia-giovani-lavoro. Nell’affrontare il lavoro i giovani affermano di essere stati sostenuti soprattutto dalla famiglia, non dalla scuola, né dalla parrocchia o dalle associazioni. Ha sorpreso sentire che quello sognato dai giovani non è il lavoro meglio pagato, ma il lavoro che permette a ciascuno di esprimere la propria personalità. Dalla ricerca emerge che la famiglia ancora regge, ma occorre andare oltre ogni idealizzazione, perché la fragilità di tante famiglie è evidente.
Per tutti questi motivi servono politiche familiari integrate, che prevedano interventi a livello di welfare, di lavoro, di tempi delle città ed anche a livello formativo. I processi educativi sono chiaramente interpellati dalle attuali difficoltà della famiglia. Ma fortemente interpellati sono anche i percorsi pastorali e lo scarso ruolo svolto dall’associazionismo. In ogni caso le famiglie devono essere soggetto e non oggetto delle politiche pubbliche ed anche gli interventi della società civile devono puntare al protagonismo delle famiglie, favorendo esperienze di mutuo aiuto e di solidarietà, creando reti per le famiglie e costruendo una comunità più consapevole e solidale.
Le relazioni di Colombi e Polini sono poi state discusse dal coordinatore dell’Ufficio Politiche sociali e Welfare delle Acli marchigiane, Fabio Corradini, e dal vicepresidente del Forum regionale delle Associazioni familiari, Giuseppe Nanni, oltre che da esponenti della Pastorale familiare e delle Acli regionali Ha concluso il vicepresidente nazionale delle Acli con delega alla famiglia, Santino Scirè.
Per le interessanti novità emerse e per l’importanza che possono assumere anche ai fini delle politiche familiari da realizzare nella realtà regionale, le Acli delle Marche si sono impegnate a diffondere quanto prima tutti i risultati della ricerca.