Il grande assente di questa anomala campagna elettorale estiva è sicuramente il lavoro. Per questo va giudicata positivamente l’iniziativa presa da Confindustria che ha riunito la propria assemblea annuale nella Sala Nervi, in Vaticano. Nel suo intervento di fronte a papa Francesco il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha fatto affermazioni importanti, che meriterebbero una attenta riflessione da parte dei nostri rappresentanti politici.

Bonomi ha affermato che “la finanza è uno strumento essenziale, ma non deve essere il criterio unico e prevalente per misurare i valori dell’impresa”, precisando che “la sostenibilità sociale non deve essere solo uno slogan”. Ha condannato “i vasti fenomeni di aggiramento delle garanzie contrattuali”, ma ha sottolineato che “quelli che firmano contratti pirata o offrono lavoro nero non siamo noi di Confindustria”. Ha aggiunto che di fronte al crollo delle nascite in Italia “diventa ancora più necessario contare su un efficace modello di integrazione e di piena cittadinanza per gli immigrati e i lavoratori stranieri”. Ha affermato infine che gli industriali si impegnano a creare “lavoro degno”, come tante volte chiesto da papa Francesco.

Sono indubbiamente affermazioni significative, che si scontrano però con la realtà che sperimentiamo tutti i giorni: nel mondo del lavoro in Italia dominano una disoccupazione giovanile fra le più alte d’Europa, una evasione fiscale insopportabile, una diffusa precarietà occupazionale, un altissimo numero di incidenti sul lavoro, una disuguaglianza economica crescente e salari che spesso non sono neppure sufficienti a mantenere la propria famiglia.

Di fronte a questa realtà, ancora una volta risultano illuminanti le parole indirizzate agli industriali da papa Francesco: “Dare lavoro ai giovani, senza costringerli a espatriare. Mai più cacciare donne dal lavoro perché incinte. Tagliare la maxi-forbice tra gli stipendi. Condividere la ricchezza anche con le tasse”. Secondo papa Francesco è questo “il cuore del patto sociale”.

Sono parole rivolte agli industriali, ma per le Acli delle Marche sono parole che sul tema del lavoro dovrebbero diventare il programma di ogni formazione politica che abbia davvero a cuore il futuro del nostro Paese.

Centro Studi Acli Marche – Settembre 2022