Si è svolto a Macerata il primo dicembre, organizzato dalle ACLI marchigiane in collaborazione con il Dipartimento Welfare delle ACLI nazionali e il Patronato ACLI delle Marche, il convegno “Il lavoro di cura: luogo privilegiato per una buona integrazione. Famiglie e assistenti familiari nell’esperienza d’impegno delle ACLI Marche”.
Dopo la presentazione del responsabile dell’Ufficio Welfare e Politiche sociali ACLI Marche, Fabio Corradini, e i saluti dei dirigenti regionali delle Acli, hanno portato il loro contributo al convegno Paolo Mannucci, in rappresentanza dell’assessorato ai servizi sociali e alla famiglia della regione Marche, Leonardo Lippi, assessore ai servizi sociali della Provincia di Macerata, Stefania Monteverde, assessore ai servizi sociali del Comune di Macerata e Mario Bettucci, direttore regionale della Caritas delle Marche.
Sono stati poi presentati i risultati della ricerca condotta negli ultimi tre anni dalle ACLI delle Marche con la supervisione del Dipartimento Welfare delle ACLI Nazionali. La ricerca, “Valorizzare, qualificare e governare il lavoro di cura: un’indagine sulle colf straniere e le famiglie italiane nelle Marche”, illustrata da Davide Recchia, coordinatore del Dipartimento Welfare delle Acli nazionali, e da Lucia Della Ceca, consulente dell’Ufficio Politiche sociali delle Acli marchigiane, ha permesso di delineare un quadro del complesso rapporto tra donne immigrate impiegate nelle attività di cura e le famiglie che le assumono. Dai circa mille questionari somministrati alle assistenti familiari e alle famiglie sul territorio delle cinque province delle Marche è sorprendentemente emersa una situazione molto differente dal sentire comune, secondo cui, per gli italiani, l’immigrazione “per la cura” si lega esclusivamente a giudizi negativi e a fenomeni discriminatori.
Un ulteriore contributo all’analisi del tema affrontato nel convegno è quindi venuto dall’intervento di Maurizio Tomassini, presidente provinciale delle Acli di Pesaro e portavoce del Forum del Terzo Settore, che ha presentato i dati sul lavoro di cura, raccolti nella banca dati dei contratti avviati dalle sedi provinciali del Patronato Acli delle Marche ed elaborati dall’Osservatorio regionale sulle politiche sociali delle Acli marchigiane, grazie alla collaborazione con l’Agenzia Socialnet (agenzia di servizio sociale) di Pesaro.
Il convegno, dedicato a un tema che, come ha detto Mannucci, sarà al centro del futuro della nostra regione, caratterizzata già oggi da un forte invecchiamento della popolazione, è stato chiuso da Gianluca Budano, responsabile del Dipartimento Welfare delle ACLI nazionali. Budano è partito dall’esigenza di non considerare il Welfare soltanto un costo, come spesso avviene nell’attuale dibattito politico del nostro Paese: il Welfare è invece una risorsa fondamentale, in particolare oggi, in una fase in cui la coesione sociale è la base su cui fondare la nostra reazione alla crisi. I sistemi di Welfare vanno ripensati, ma garantendo servizi qualificati, coerenti con le specifiche situazioni di bisogno. Come hanno riconosciuto i rappresentanti sia delle Acli Colf che delle famiglie presenti al convegno, nel settore specifico del lavoro di cura, prezioso si sta rivelando il ruolo svolto dal Patronato Acli e dalle Acli, impegnate nel sostegno a colf e famiglie: da una parte per regolarizzare il lavoro delle colf e, dall’altra, per aiutare le famiglie nel loro rapporto con le colf.
Da questa analisi discendono le conclusioni del convegno: il lavoro di cura, se accompagnato e sostenuto da un Welfare dell’accoglienza, oggi si configura come luogo privilegiato per una buona integrazione delle tante colf immigrate che operano nel nostro territorio.
Un’esperienza da sostenere e da diffondere anche al di là dei confini regionali come modello d’intervento.