Nel 2018 le Acli hanno rinnovato la propria fedeltà al progetto europeista. Da anni le Acli insistono per una riforma delle istituzioni europee, ma anche per una crescita del ruolo politico di un’Europa federale.
Il sogno europeo, ideato sulle ceneri delle distruzioni provocate dalla seconda guerra mondiale e nato per favorire la ricostruzione e per evitare nuove guerre, non può essere abbandonato. Deve essere chiaro che la vittoria dei nazionalismi e la fine dell’Europa farebbero riemergere i rischi di guerra.
Allo stesso modo è chiaro che l’Unione europea, insieme con l’Organizzazione delle Nazioni Unite, è l’unico livello di governo sovranazionale che può governare la globalizzazione, contrastare il peso dominante delle multinazionali e della finanza internazionale e contribuire alla costruzione di un nuovo ordine mondiale.
E all’interno del nostro continente, solo una nuova Europa sociale potrà puntare su una crescita sostenibile sia sul piano ambientale che su quello sociale, realizzare un sistema di welfare adeguato alle esigenze delle società contemporanee, garantire a tutti i diritti sociali contenuti nel Pilastro europeo dei diritti sociali, approvato a Goteborg nel 2017.
E, infine, solo una nuova Europa federale, dotata di una vera politica estera e di una difesa unica, potrà garantire maggiore sicurezza ai propri cittadini, assumere un maggior peso a livello politico internazionale e governare i flussi migratori che continueranno a provenire dall’Africa e dai Paesi dell’Est.
Sono questi i temi che vorremmo fossero affrontati nella campagna elettorale che si è aperta in vista delle prossime elezioni europee. Dipende anche da noi. Alle elezioni del 26 maggio rilanciamo il sogno europeo.