Dopo una lunga preparazione, si è svolta a Cagliari dal 26 al 29 ottobre la 48^ Settimana sociale dei cattolici italiani sul tema: “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale”. L’evento non ha deluso le aspettative dei circa mille delegati (trenta dei quali provenienti dalle Marche) che si sono confrontati partecipando ai 90 tavoli di discussione. Nel suo videomessaggio papa Francesco ha ripetuto che “senza lavoro non c’è dignità” ed ha invitato tutti ad assumere il tema del lavoro come questione centrale per lo sviluppo del nostro Paese e dell’intera umanità.
Nei tavoli di discussione, vivaci e partecipati, sono state dibattute le istanze emerse nel percorso di preparazione della Settimana Sociale: come invertire la rotta di una cultura che crea la corsa al ribasso sui costi del lavoro e ne distrugge la dignità; come ridare dignità agli scartati e agli esclusi favorendo il reinserimento nel mondo del lavoro; come rimuovere gli ostacoli che impediscono il lavoro, creando un ecosistema favorevole per chi crea lavoro e chi lavora; come stringere un patto tra le generazioni per un lavoro degno e di qualità; come porre il patrimonio culturale quale volano per l’economia italiana. Nel corso dei lavori sono state anche presentate molte “buone pratiche”; infine, al termine, la Settimana sociale ha formulato alcune proposte concrete rivolte non solo all’Italia, ma anche alle Istituzioni Europee. Quattro sono le proposte specifiche per il Governo italiano: 1) rimettere il lavoro al centro dei processi formativi; per ridurre ulteriormente e in misura più consistente la disoccupazione giovanile, occorre intervenire in modo strutturale rafforzando la filiera formativa professionalizzante nel sistema educativo italiano; 2) canalizzare i risparmi dei Piani individuali di risparmio(PIR) anche verso le piccole imprese non quotate che rispondano a precise caratteristiche di coerenza ambientale e sociale, stimolando l’investimento dei patrimoni familiari delle generazioni adulte; 3) accentuare il cambio di paradigma del Codice dei contratti pubblici potenziando i criteri di sostenibilità ambientale; inserendo tra i criteri i parametri di responsabilità sociale, ambientale e fiscale; 4) rimodulare le aliquote IVA per le imprese che producono rispettando criteri ambientali e sociali minimi, oggettivamente misurabili (a saldo zero per le finanza pubblica), anche per combattere il “dumping” sociale e ambientale. Tre, invece, le proposte specifiche per le Istituzioni Europee: 1) armonizzazione fiscale ed eliminazione dei paradisi fiscali interni; 2) investimenti infrastrutturali e investimenti produttivi (anche privati)
e loro trattamento nelle discipline di bilancio; 3) integrazione nello Statuto della Banca Centrale Europea del parametro dell’occupazione accanto a quello dell’inflazione come riferimenti per le scelte di politica economica.
La Settimana sociale, infine, ha indicato due obiettivi di fondo: umanizzare il lavoro nelle sue nuove forme e asssogettare la tecnologia al bene comune e non al profitto per il profitto. Ma per realizzare questo, servono una vera e propria conversione culturale e quella conversione dei cuori alla quale ci ha spesso invitato papa Francesco.