Si è svolta a Roma il 20-21 giugno 2015 l’Assemblea straordinaria dell’Associazione, delle Associazioni specifiche e professionali e dei Servizi delle Acli

 L’Assemblea è stata introdotta da una relazione del presidente nazionale che, dopo aver sottolineato l’importanza dell’incontro avuto il 23 maggio con papa Francesco, ha richiamato il percorso compiuto dalle Acli dall’elezione della nuova presidenza nel gennaio 2013 fino al consiglio nazionale del 2014 che aveva deciso di indire l’Assemblea straordinaria. Si è trattato di un percorso che ha visto le Acli impegnate nel leggere e modificare alcuni aspetti organizzativi, nel ricentrare la propria azione sociale e nel lavorare in un’ottica di sistema, in piena condivisione tra Associazione, Associazioni specifiche e Servizi

Alla relazione del presidente è seguita una relazione del responsabile dello sviluppo associativo, Emiliano Manfredonia, che ha illustrato i risultati dell’ampia ricerca condotta a livello nazionale sulla realtà delle Acli provinciali, intitolata “Base associativa e strutture territoriali di una grande Associazione di Promozione Sociale italiana&rdquo

Il documento approvato dal Consiglio nazionale del novembre 2014 aveva individuato quattro temi su cui incentrare la discussione, per raggiungere quattro obiettivi: 1) riformare e semplificare le regole; 2) costruire un modello organizzativo democratico sostenibile per un impegno volontario; 3) progettare un nuovo modello di azione sociale; 4) riconnettere strettamente associazione e servizi

Al centro della discussione dell’Assemblea straordinaria è stato il documento elaborato dalla Direzione nazionale del maggio 2015, che ha recepito tutti i documenti approvati nelle assemblee provinciali e regionali. Il Documento ha proposto tre parole, individuate come capaci di esplicitare le azioni da mettere in campo per concludere in modo proficuo l’assemblea: 1) partecipazione, 2) sostenibilità, 3) semplificazione

 Dall’assemblea straordinaria sono venute varie proposte, non solo di tipo organizzativo, per rendere le Acli all’altezza dei nuovi compiti richiesti dal nostro tempo. Ma accanto agli adeguamenti organizzativi per le Acli si rende necessario tornare a riflettere sulla propria identità. Le Acli sono un movimento educativo e sociale, certo. Ma come le Acli, più partecipate, più semplificate e più sostenibili, intendono affrontare i nuovi bisogni emersi negli ultimi anni ed espressi oggi in particolare da giovani, famiglie e immigrati? Come le Acli, rinnovate organizzativamente, intendono rispondere all’indicazione forte che è venuta da papa Francesco di essere fedeli ai poveri? Come le Acli intendono mettere il lavoro al centro dell’economia? Come le Acli intendono costruire quelle “comunità inclusive” di cui si è parlato nell’Assemblea di Roma? A queste domande ora occorre rispondere, per affrontare le nuove sfide del mondo contemporaneo

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