La realtà carceraria è probabilmente oggi una delle agenzie educative più complesse in cui operare. In primo luogo, perché si connota sempre più significativamente come un contenitore di marginalità sociale ed economica e, in secondo luogo, perché la presenza di persone portatrici di altre culture è sempre più marcata. Il risultato di questa situazione è che la funzione rieducativa della pena, prevista dall’art. 27 della nostra Costituzione, rischia di essere seriamente compromessa. Per questo motivo, lo scorso 7 novembre ha preso avvio, presso la Casa Circondariale Marino del Tronto, il progetto “Ora d’aria” promosso dalle Acli provinciali di Ascoli Piceno. La finalità del progetto, che avrà la durata di alcuni mesi, è quella di favorire all’interno della struttura penitenziaria l’integrazione sociale e il miglioramento delle relazioni, sia tra i detenuti, sia tra gli stessi e il personale penitenziario. Per questo motivo, è stata prevista la realizzazione di due attività diverse tra loro ma che, allo stesso tempo, si integrano. Esse vengono svolte dai circoli Acli “Cose di questo mondo” e “Music Academy Ascoli”, che vantano esperienze decennali nei rispettivi ambiti di azione. L’associazione “Cose di questo mondo”, che si occupa di educazione e formazione alla mondialità, svolge un corso di educazione interculturale. Il corso, denominato “Dalla tolleranza alla reciproca accoglienza”, ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale dei detenuti promuovendo nel personale penitenziario una cultura di accoglienza della diversità culturale e fornendo loro alcuni strumenti operativi per facilitare l’incontro con quei detenuti provenienti da altri paesi e valorizzare la ricchezza culturale di cui sono portatori. L’associazione “Music Academy Ascoli”, che si occupa di educazione musicale e la utilizza come strumento di inserimento sociale, svolge un corso musicale. Questo corso, denominato “El sistema, la musica come rinnovamento sociale”, ha come obiettivo quello di costituire un’orchestra ritmico sinfonica tra i detenuti, attraverso la pratica collettiva della musica, che promuova e rafforzi il senso di appartenenza alla comunità. Una delle particolarità delle attività previste in questo progetto è l’utilizzo di metodologie particolarmente innovative ed efficaci. Infatti, per quanto riguarda l’attività di educazione interculturale vengono usate metodologie attive, ritenute dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione “lo strumento centrale dell’innovazione metodologico-didattica perché rendono i partecipanti attivi, coinvolti emotivamente nell’attività e incoraggiati a lavorare in gruppo”. Per quanto riguarda, invece, l’attività di educazione musicale viene utilizzato il metodo didattico musicale “Abreu”, già sperimentato dagli anni ’70 in Venezuela e più recentemente anche in Italia, che promuove il riscatto sociale e intellettuale in particolare nei soggetti più esposti e coinvolti in situazioni di disagio socio-economico. La necessità di realizzare questo tipo di progetto è emersa dal desiderio di mettere a disposizione della realtà carceraria alcune delle competenze educative esistenti all’interno del sistema Acli e già sperimentate in altri contesti educativi, come le scuole e le parrocchie, e al tempo stesso di essere fedeli a uno degli impegni costitutivi delle Acli, cioè di operare per una società in cui sia assicurato, secondo democrazia e giustizia, lo sviluppo integrale di ogni persona, alla luce del messaggio evangelico.