“Prende vita oggi il primo strumento nazionale per la lotta alla povertà: una vera rivoluzione culturale con cui puntiamo a superare l’approccio assistenzialista del passato per rendere più efficaci gli interventi a favore delle persone bisognose”. Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, al termine del CdM che ha approvato il decreto di attuazione della delega sulla povertà approvata a marzo, che introduce il Reddito d’Inclusione (ReI). Il beneficio – che, nella prima fase, si rivolgerà a 500mila famiglie – va da un minimo di 190 euro a un massimo di 485, a fronte di una doppia soglia di accesso di 6mila euro di reddito ISEE e 3mila euro di reddito equivalente. Priorità, quindi, ai nuclei con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, ed a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over55 in disoccupazione. Basta, però, con il mero assistenzialismo. “I due pilasti del provvedimento -ha spiegato Poletti- sono il sostegno al reddito e le iniziative mirate di inclusione: perché queste due cose funzionino servono le risorse sia per il primo che per il secondo. Abbiamo quindi previsto – ha aggiunto – che il 15% del Fondo povertà venga destinato al rafforzamento degli interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà”. A queste risorse si aggiungono altri 550 milioni in tre anni per il potenziamento dei servizi sociali nel territorio e il finanziamento dell’assunzione di 600 nuovi addetti nei Centri per l’impiego, finalizzati specificatamente a supportare le famiglie beneficiarie del ReI, messi a disposizione attraverso il PON Inclusione (Fondo Sociale Europeo). Soddisfazione anche dal Premier Gentiloni che ha sottolineato l’importanza della misura e l’auspicio di un potenziamento degli interventi nel futuro: “Abbiamo approvato molti provvedimenti ma vogliamo dare particolare risalto al Decreto legislativo sulla povertà: è stata una delle nostre priorità. Siamo consapevoli che è un primo passo, una prima risposta a un’esigenza molto rilevante e che gli anni della crisi hanno reso ancora più stringente”. Un riconoscimento, infine, anche dall’Alleanza contro la povertà, che ha auspicato tempi stretti per il completamento del percorso legislativo. “L’approvazione del decreto attuativo della legge delega di contrasto alla povertà è il primo atto concreto nella costruzione di una strategia nazionale di lotta all’esclusione che ci avvicina al resto d’Europa. Ora restano solo gli ultimi, decisivi, passaggi istituzionali, in Conferenza Unificata e in Parlamento, prima dell’approvazione definitiva da parte del Governo che chiuderà la fase di costruzione della prima reale misura nazionale di lotta alla povertà nel nostro paese. Riconosciamo, nel percorso compiuto finora, l’impegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e auspichiamo che le Commissioni Parlamentari possano essere ispirate dalla stessa volontà di migliorare ulteriormente il decreto”.
Tratto dal sito www.acli.it