A Villa Musone di Loreto si è svolta il 22 novembre la terza giornata dell’Economia solidale istituita dalle Acli delle Marche in ricordo di Francesco Baldoni, presidente regionale delle Acli, scomparso il 30 ottobre 2016. Quest’anno la giornata è stata dedicata al tema “L’economia civile e il lavoro. Il ruolo del Sindacato nelle Marche”
L’incontro si è aperto con una breve introduzione del presidente regionale delle Acli, Maurizio Tomassini,; è poi intervenuto Sauro Rossi, segretario regionale della CISL delle Marche. Nella sua relazione, Sauro Rossi ha ripercorso brevemente quanto è accaduto dopo la grande crisi economica e finanziaria scoppiata nel 2008. La crisi è scoppiata – ha detto – perché l’economia di mercato ha perso la sua anima sociale: la crescita è ripresa ma è una crescita squilibrata; ; si sono ridotti i diritti (e i salari) dei lavoratori; sono cresciute le disuguaglianze; i ricchi sono sempre più ricchi. Fra i tanti dati citati da Rossi ce n’è uno davvero impressionante: in Italia la quota di reddito derivante dal lavoro era al 60 per cento del reddito complessivo del Paese; oggi è al 48 per cento. Sono invece aumentate le rendite. Un Paese in cui crescono le rendite è destinato al declino economico.
Altrettanto preoccupante è quanto sta avvenendo nelle Marche: con in tutta Italia, si è avuta una contrazione delle opere di solidarietà; è diminuito l’inserimento dei disabili nei luoghi di lavoro; si continua a non dare spazio ai giovani, che proprio per questo sono spinti ad andare a lavorare all’estero. A livello economico, intanto, la nostra regione fa fatica a riprendersi dalla crisi. La CISL non propone nessuna guerra alle imprese, ma gli imprenditori marchigiani devono puntare di più sull’innovazione , valorizzando le competenze dei giovani. E le istituzioni pubbliche, regionali e nazionali, devono orientare la loro politica in questa stessa direzione.
Per cambiare questa situazione – ha detto Sauro Rossi – “occorre ridare valore alle persone e al lavoro e occorre coltivare umanità”. Un’economia che sia al servizio dell’uomo deve rovesciare la filiera oggi dominante: non è accettabile che ci sia prima la finanza, poi l’economia, poi la politica e infine l’etica. La filiera giusta è: prima l’etica, poi la politica, poi l’economia e infine la finanza.
È questa l’essenza dell’economia civile e solidale. L’economia civile deve riordinare lo sviluppo Lo deve fare prendendo ispirazione dai valori contenuti nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, ricordando sempre che lo sviluppo deve essere sostenibile non solo dal punto di vista economico, come sempre ci viene ricordato, ma anche dal punto di vista ambientale e sociale