Dopo il riconoscimento delle unioni di fatto, “ora si pensi a una legislazione seria sulla famiglia”. È l’appello di Roberto Rossini, neo-presidente nazionale delle Acli (eletto domenica scorsa), dopo il voto odierno alla Camera. “Già da tempo – ricorda Rossini – come Acli abbiamo approvato un documento nel quale aprivamo alla possibilità di riconoscere le unioni civili per tutelare diritti individuali, evitando però l’equiparazione con il matrimonio”. Su quest’ultimo aspetto la legge – commenta Rossini – è “perfettibile”, essendo stata oltretutto legata a “una dinamica, quella del voto di fiducia, che dovrebbe essere eccezionale e si fatica a giustificare per una materia di questo tipo, pur comprendendo la realtà delle cose”. Tuttavia, ora che le unioni civili entrano nell’ordinamento, “riteniamo prioritaria una legislazione che favorisca la famiglia, quella composta da un uomo e una donna che con la generatività garantiscono il futuro di questo Paese”, conclude il presidente delle Acli, ricordando che il diritto di famiglia vigente, in Italia, risale al 1975, quando c’era “una situazione socio-demografica del tutto diversa da oggi”. Tratto da Agensir.it