Il diritto al gioco ed alle attività ricreative. E’ questo il tema di una pubblicazione predisposta dal comitato regionale dell’U.S. ACLI delle Marche distribuita capillarmente nel territorio regionale a società sportive, circoli, associazioni sportive dilettantistiche, dirigenti, operatori e tecnici sportivi. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Regione Marche nell’ambito delle finalità di cui alla Legge Regionale n. 10/2009 “Interventi finalizzati al riconoscimento del diritto al gioco e per la promozione dello sport di cittadinanza”.
La pubblicazione parte da molto lontano, dal 1989. “L’articolo 31 – si legge nella pubblicazione – della Convenzione  sui diritti dell’ infanzia,  emanata dall’O.N.U  il 20 novembre 1989, sancisce il diritto al gioco e richiama tutti gli adulti ad adoperarsi  perché  sia  soddisfatto.Tale convenzione, entrata in vigore il 2 settembre 1990, venne ratificata dal governo italiano il 2 maggio 1991 con la legge 176. Veniva cosi istituita la Giornata Mondiale dell’ Infanzia”. Parti fondamentale della convenzione sono alcuni articoli riguardanti proprio il diritto al gioco.
“Gli Stati parti riconoscono il diritto del bambino al riposo e allo svago, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative adatte all’ età del bambino e a partecipare liberamente alla vita culturale e artistica”. Oppure “I bambini non solo hanno il diritto di giocare, ma gli Stati devono anche “offrire opportunità uguali e adeguate per le attività culturali, artistiche, ricreative  e  di  svago”.
Nella pubblicazione, ovviamente, vengono anche riportate quelle che sono le richieste, sempre più attuali, dei bambini.
“Cosa chiedono infine i bambini: spazi liberi e organizzati per giocare, maggior tempo a disposizione per il gioco (equilibrio nell’assegnazione dei compiti scolastici), che i genitori/educatori giochino insieme a loro, che siano loro proposte grandi varietà di attività, che non si riscontrino disparità di trattamento (nessun favoritismo o privilegio), che ci siano più elogi e gratificazioni (qualche volta anche bleffando) e meno critiche  e  ingiusti rimproveri, che ci sia un ambiente sereno (l’educatore/istruttore dovrebbe sorridere più spesso e saper sdrammatizzare molto). La pubblicazione può essere chiesta gratuitamente inviando una mail a [email protected].