Perchè firmare la petizione contro i tagli ai Patronati?

1) Perché il taglio metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che offrono servizi  gratuiti per lavoratori, pensionati, stranieri, italiani all’estero e disoccupati.

2) Perché il Fondo dei Patronati è alimentato da una quota dei versamenti dei contributi previdenziali obbligatori di tutti i lavoratori dipendenti. Con i tagli, queste risorse saranno incamerate dallo Stato per altri scopi non precisati.

3) Perché con il taglio al Fondo Patronati l’uguaglianza d’accesso ai diritti sarà di fatto cancellata.

Clicca (o copia) il link sottostante, leggi la lettera presentata al Presidente del Consiglio dei Ministri, compila pochi campi necessari in due minuti e difendi i tuoi diritti!

http://www.tituteliamo.it/no-ai-tagli-ai-patronati/

I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini. Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone.

Una scelta scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l’unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata.

Il taglio di 150 milioni di euro al fondo patronati e la riduzione del 35% dell’aliquota previdenziale destinata ad alimentarlo non costituiscono un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati.

Per svolgere lo stesso lavoro, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone. Il costo complessivo per la Pubblica Amministrazione (INPS, INAIL e Ministero dell’ Interno) sarebbe di 657 milioni di euro.

Per contrastare questa misura che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, i patronati d’Italia – Acli, Inas, Inca e Ital – avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l’opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità.

A partire dal 29 ottobre partirà la petizione “No ai tagli ai patronati” per raccogliere le firme dei cittadini e delle cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche sostanziali della norma. Nel documento in allegato trovate la raccolta firme da parte dei cittadini.

Nel mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all’estero e delle famiglie.

Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell’Inps, dell’Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di Stabilità.

Anche il CEPA Marche organizzerà alcune azioni pubbliche per manifestare contro i tagli proposti dal Governo per gli Enti di Patronato.