Fabio Corradini

L’Alleanza contro la povertà

Da oltre un decennio il nostro paese condivide con la Grecia il poco invidiabile primato di essere l’unica nazione dell’Europa a 15 priva di una misura nazionale contro la povertà assoluta. Per sanare questa drammatica situazione le ACLI, la Caritas Italiana, insieme ad un cartello di soggetti di rilevanza nazionale e differente estrazione culturale e ambito di competenza, della società civile, del sindacato e delle istituzioni, denominato “Alleanza contro la povertà in Italia”, hanno proposto l’introduzione del Reddito di Inclusione Sociale (Reis) ed il varo di un Piano Nazionale contro la povertà assoluta.

Il 14 ottobre scorso si è svolto a Roma l’incontro dei soggetti promotori (Acli, Caritas Italiana, Azione Cattolica Italiana, Cgil-Cisl-Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Confcooperative, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Anci, Legautonomie, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli ONLUS, Action Aid, Fio-PSD, Fondazione Banco Alimentare ONLUS, Forum Nazionale del Terzo Settore, Jesuit Social Network, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari) e dei soggetti aderenti (tra gli altri: CSVnet, Fondazione Banco delle Opere di Carità Onlus, Piccola Opera della Divina Provvidenza del Don Orione, U.N.I.T.A.L.S.I., ecc) all’Alleanza contro la povertà in Italia con un rappresentante del Governo.

Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, in quella sede ha voluto ricordare al Governo, “che occorre reperire delle risorse in favore di quei sei milioni di Italiani che si ritrovano in una condizione di povertà assoluta. L’obiettivo di dare risposte urgenti ed adeguate a questo problema non può né deve essere più rinviato!”.

I Dati Istat sulla povertà assoluta, purtroppo, parlano chiaro e ci aiutano a “toccare con mano” la presenza della povertà nella società italiana! Nel 2007 quanti sperimentavano la condizione di povertà assoluta erano 2,4 milioni di persone residenti in Italia, cioè il 4,1% del totale, mentre nel 2013 sono state 6 milioni, pari all’9.9%.

Cosa è il Reddito d’Inclusione Sociale

Il REIS è una misura nazionale rivolta a tutte le famiglie che vivono la povertà assoluta in Italia e consiste in un trasferimento monetario, d’importo adeguato a farle uscire da questa condizione, accompagnato da servizi alla persona per l’attivazione e il reinserimento sociale. Si prevede che la sua introduzione si articoli in un piano quadriennale, che permetta così di suddividere lo sforzo attuativo e di diluire l’impegno finanziario richiesto nel tempo. Il piano dovrà essere attentamente monitorato e verificato in divenire

Importo: Il principio guida è l’adeguatezza. Ogni famiglia riceve mensilmente una somma pari alla differenza tra il proprio reddito e la soglia Istat della povertà assoluta.

Variazioni geografiche: Il principio guida è l’equità territoriale: poter avere le stesse condizioni economiche effettive in qualunque punto del nostro Paese. La soglia di povertà assoluta cambia in base alla macro‐area (nord/centro/sud) ed alla dimensione del Comune (piccolo/medio/grande) dove ci si trova. Si tiene così conto delle notevoli differenze nel costo della vita esistenti in Italia.

Livelli essenziali: Il principio guida è quello di cittadinanza, secondo il quale viene assicurato a tutti il diritto di essere protetti contro il rischio di povertà assoluta. Il REIS costituisce un livello essenziale delle prestazioni ai sensi dell’art 117 della Costituzione ed è il primo inserito nelle politiche sociali del nostro paese.

Servizi alla persona: Il principio guida risiede nell’inclusione sociale: dare alle persone l’opportunità di costruire percorsi che – nei limiti del possibile – permettano di uscire dalla condizione di marginalità. Insieme al contributo monetario, gli utenti del REIS ricevono i servizi dei quali hanno bisogno. Possono essere servizi per l’impiego, contro il disagio psicologico e/o sociale, riferiti a bisogni di cura – disabilità, anziani non autosufficienti – o di altra natura. Serviranno quindi: attività di pubblicizzazione della misura e “aggancio” dei soggetti più vulnerabili, porte di accesso e personale specializzato per la funzione di segretariato sociale e le procedure di accoglienza, operatori appositamente formati per valutare la condizione della famiglia e dei suoi componenti, stabilire con essa – garantendo la partecipazione attiva di tutti i suoi componenti a questa fase – il percorso d’inclusione sociale e/o lavorativa ed il suo avvio.

Gli interventi di inserimento sociale e/o lavorativo rappresentano il cuore del percorso d’inclusione contro il disagio, per una maggiore autonomia, per affrontare l’assenza di lavoro e altro. A fornirli potranno essere servizi sociali comunali, Terzo Settore, servizi per l’impiego, servizi sanitari e scuole.

Lavoro: Il principio guida consiste nell’inclusione attiva: chi può, rafforza le proprie competenze professionali e deve compiere ogni sforzo per trovare un’occupazione. Tutti i membri della famiglia in età tra 18 e 65 anni ritenuti abili al lavoro devono attivarsi nella ricerca di un’attività professionale, dare disponibilità a iniziare un’occupazione offerta dai Centri per l’impiego e a frequentare attività di formazione o riqualificazione professionale.

Welfare mix: Il principio guida consiste nella partnership: solo un’alleanza tra attori pubblici e privati a livello locale permette di affrontare con successo il nodo povertà. Il REIS viene gestito a livello locale, grazie ad un impegno condiviso, innanzitutto, da Comuni e Terzo Settore. I Comuni – in forma associata nell’Ambito – hanno la responsabilità della regia complessiva e il Terzo Settore co‐progetta insieme a loro.

Possiamo dire che nel nostro territorio, ad esempio, in provincia di Macerata, grazie progetti di contrasto alla povertà, “Solidarietà é progresso” e “Lotta all’esclusione sociale: responsabilità condivisa e partecipazione”, che prevede un sistema di accompagnamento e tutoraggio pubblico-privato sociale per aiutare e sostenere le persone in difficoltà nella ricerca del lavoro, si stanno già sperimentando buone prassi e modalità concrete di lavoro in rete a contrasto della povertà.