Si è svolta il 30 gennaio la sedicesima marcia della giustizia e della pace da Recanati a Loreto, dedicata quest’anno al tema indicato da papa Francesco per la Giornata della pace: “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”.
La marcia, promossa dalla Parrocchia di Cristo Redentore di Recanati ma con la collaborazione della Pastorale del lavoro delle Marche e di numerose associazioni, fra le quali anche le Acli, è stata aperta a Recanati da un intervento di don Patriciello, parroco della “terra dei fuochi”. Dopo alcune testimonianze presentate lungo il cammino, la marcia si è chiusa a Loreto con l’intervento di don Luigi Ciotti, presidente dell’Associazione “Libera”.
Non si può essere indifferenti – ha iniziato don Ciotti, di fronte alle innumerevoli guerre di oggi, ai nuovi muri, ai milioni di profughi, alle disuguaglianze intollerabili, alle devastazioni del pianeta, alle morti per fame. Se si vuole la pace, bisogna operare per la giustizia. Se non si giudica sulla base del valore della giustizia, tutto viene capovolto: a minacciare il bene comune sembra siano i poveri, i disoccupati, i profughi, cioè proprio coloro che più stanno pagando per le ingiustizie di questo mondo che adora il dio denaro. Fra i più colpiti vi sono anche i giovani, perché a essi è stato rubato il futuro.
Per conquistare la pace, chi è libero deve impegnarsi per chi non è ancora libero. E i poveri, i disoccupati e i profughi non sono liberi, ma vittime delle violenze dei più forti. Altra violenza in Italia è quella della mafia, ma anche quella della corruzione: mafia e corruzione sono le due facce della stessa medaglia.
Non dobbiamo cedere alla rassegnazione – ha concluso don Ciotti. Doddiamo seguire l’insegnamento di papa Francesco: questa società, dominata dall’assoluta libertà di mercato e quindi dai più forti, va cambiata. Dobbiamo avere più coraggio e affrontare il grande tema dell’inclusione sociale. La vita ci chiede di osare e di metterci in gioco, a partire dalla realtà quotidiana, a partire dalle piccole cose.