Un mezzo passo avanti che sa tanto di “vorrei ma non posso di più”. L’emendamento del governo sul tema dell’azzardo recepisce alcune delle preoccupazioni e delle richieste delle associazioni “no slot” alle quali Avvenire ha dato vice e spazio. Ma solo in parte. Così si stabilisce che non si potranno installare nuove slot accanto a quelle attualmente presenti. Che però sono più di 340mila, già troppe. Certo con l’introduzione di quelle più avanzate tecnologicamente, che andranno a sostituire quelle vecchie, si prevede una riduzione del 30%, ma il governo spiega che con queste nuove si potrà giocare di più e quindi il gettito é garantito. Che ancora una volta appare come lo scopo principale. Come dimostra l’ulteriore aumento del Preu e la diminuzione del payout, cioè delle vincite.
C’è poi la questione della pubblicità. Non passa il divieto assoluto, richiesto da emendamenti di vari gruppi parlamentari, ma solo dalle 7 alle 22 e solo nelle trasimissioni tv e radio generaliste. Per quelle specializzate toccherà ai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico mettere dei paletti che speriamo siano molto chiari perché è proprio qui che attualmente si mischiano informazione e pubblicità, in particolare sulle reti “all sport”. Restano escluse dai divieti le sponsorizzazioni, pericolosissime, come ha denunciato Luigino Bruni pochi giorni fa su Avvenire. E questo è decisamente negativo. Più positiva è invece la convocazione entro aprile 2016 della Conferenza unificata tra Stato, Regioni e Enti locali per decidere assieme le modalità di regolamentazione delle sale gioco sul territorio.
Vedremo se servirà per mettere chiarezza e certezza ai poteri dei Comuni e non per limitarli. Perché nella Relazione tecnica di accompagnamento alla Legge di stabilità si mettevano le mani avanti sul gettito erariale previsto proprio per le possibili “interferenze” dei Comuni.
Da avvenire del 11 dicembre