Il Consiglio regionale delle Acli marchigiane, riunitosi ad Ancona il 5 dicembre 2009, oltre ad avviare il cammino che porterà l’associazione a tenere nel marzo 2010 la Conferenza Organizzativa e Programmatica di metà mandato, ha discusso l’attuale situazione occupazionale, analizzando anche gli interventi attuati con il Prestito della Speranza

A giudizio del presidente regionale delle Acli, Marco Moroni, i dati sulla disoccupazione nel mese di ottobre resi noti dall’Istat sono molto preoccupanti.: a livello nazionale la disoccupazione è salita all’8%, superando la soglia dei due milioni di disoccupati; la disoccupazione giovanile ha raggiunto addirittura il 26,9%. Le bugie hanno le gambe corte: i dati dell’Istat dimostrano che tutti i tentativi di nascondere la crisi stanno fallendo miseramente. Di fronte a un tracollo finanziario come quello verificatosi alla fine del 2008, era inevitabile che arrivasse prima una caduta verticale della produzione e poi un crollo dell’occupazione. È proprio quanto sta accadendo in questi mesi: finora il massiccio ricorso alla cassa integrazione (quella ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga) ha attenuato gli effetti della crisi, ma questo tipo di ammortizzatori sociali hanno una durata nel tempo e alla loro scadenza, fra qualche mese, la situazione occupazionale diventerà ancora più drammatica. A meno di una rapida ripresa della domanda nazionale e internazionale, che però in tempi brevi appare del tutto improbabile. Anche nelle Marche la crisi ha avuto effetti traumatici, aggravando alcuni problemi aziendali o di settore che erano già emersi nel periodo precedente. La Regione ha preso alcuni provvedimenti, introducendo misure di sostegno alle imprese, promuovendo accordi con il sistema bancario e firmando protocolli di intesa con le organizzazioni sindacali. Ma lo scenario resta preoccupante, perché anche nelle Marche continua il ricorso alla cassa integrazione e, se la ripresa si rivelerà fragile, si teme che possa verificarsi una fortissima crescita della disoccupazione. In una situazione come quella attuale, è evidente che le Regioni possono soltanto attenuare gli effetti della crisi. Di qui, ha concluso Moroni, le richieste delle Acli: a livello nazionale servono scelte coraggiose a sostegno dell’innovazione tecnologica e infrastrutturale e politiche attive del lavoro più incisive, che prevedano anche l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti coloro che oggi ne sono esclusi. Per ora le misure prese dal Governo, fortemente condizionate dai vincoli di bilancio (con un debito pubblico ormai al 118%), e alcune scelte molto discutibili (come l’aumento delle spese militari) dimostrano che ci si muove in tutt’altra direzione