Si è tenuto il 20 aprile 2015 il quinto e ultimo appuntamento del LAPIS, il laboratorio per l’impegno politico e sociale delle ACLI Marche. Il tema al centro dell’incontro è stato “Mettiamoci in gioco…contro il gioco d’azzardo”. La scelta del Circolo ACLI di Candelara come sede dell’incontro non è stato casuale: il circolo di Candelara è infatti uno degli ultimi circoli della Regione che ha eliminato le slot machine dal suo interno.
Dopo il saluto di Mons. Piero Coccia, Arcivescovo della Diocesi di Pesaro, sono intervenute una psicologa e una educatrice della Cooperativa IRS l’Aurora, Centro Orientamento e Diagnosi dipendenze.
Le relatrici, attraverso un gioco di interazione, hanno fatto comprendere ai partecipanti la differenza tra un gioco sano e un gioco d’azzardo e hanno messo in luce tre principali fattori che possono indurre un soggetto ad una dipendenza e in particolare ad una dipendenza da gioco: la mancanza di una consapevolezza di sé e della percezione dei propri bisogni, una difficoltà nella gestione delle emozioni e un disagio nelle relazioni.
La macchinetta diventa per il giocatore d’azzardo l’unico oggetto con cui entrare in relazione, un gioco che in realtà finisce con il prendersi gioco di lui: per opera del cosiddetto fenomeno dell’attenzione selettiva, il soggetto perde la percezione di ciò che succede attorno, e si illude di avere tutte le carte in tavola per vincere, senza rendersi conto che al massimo le slot restituiscono il 70% di quanto ha puntato.
Il pegno, il perdere qualcosa che non si può più riprendere, e l’affidarsi al caso, quindi a qualcosa per cui non c’è alcuna abilità da affinare, sono questi i due elementi che contraddistinguono il gioco d’azzardo.
Le relatrici hanno denunciato una cultura del gioco che sta dilaniando la nostra società, diffusa anche tra i bambini: al supermercato troviamo le macchinette che fanno “vincere” i peluche che hanno al loro interno gli stessi meccanismi delle slot o sul mercato troviamo dei videogiochi che invece di far superare livelli fanno accumulare punti.
Diviene pertanto sempre più urgente una educazione delle famiglie a questa problematica che colpisce oggi anche tanti giovani, occorre offrire occasioni in cui le persone possano prendere consapevolezza di quelli che sono i propri reali bisogni, prima che prendano strade poco sane, occorre che la scuola e tutte le agenzie educative dedichino spazio ad azioni di prevenzione per arrestare questa pericolosa crescita del numero delle persone colpite dalla dipendenza da gioco anche nella nostra regione.