La Presidenza regionale delle ACLI delle Marche riunitasi il 22 aprile 2015 ha deciso di aderire e promuovere l’appello delle organizzazioni sidacali regionali Cgil Cisl e Uil per fermare le stragi di immigrati nei nostri mari.
Le ACLI delle Marche sono state presenti al presidio che si è tenuto giovedì 23 aprilealle 17.30 in Piazza Roma ad Ancona.

In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate : l’ultima tragedia, i cui morti potrebbero essere addirittura 900, segue di poche ore quella che ha portato a morire altre 400 persone.
Le scelte politiche e le leggi dei governi dell’UE non offrono alternative alle persone che cercano protezione e che sono nelle mani dei mercanti di morte.

Per fermare le stragi non basta aumentare controlli e mezzi per pattugliare le frontiere. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare. Non c’è più tempo da perdere.

Vanno aperti subito vie d’accesso legali e canali umanitari per evitare i viaggi della morte.
Va avviata da parte dell’Unione europea una missione operativa, unendo unità navali, competenze e strutture umanitarie, con gli obiettivi che si poneva Mare Nostrum: salvare persone, arrestare i mercanti di uomini, sequestrare le imbarcazioni.  Vanno coinvolte nelle operazioni umanitarie le Agenzie delle Nazioni Unite.

Le politiche per l’immigrazione, attualmente ancora affidate al livello nazionale, devono essere inserite tra le responsabilità da gestire a livello comunitario.

Bisogna rivedere il regolamento Dublino e consentire alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese di destinazione, sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi.

Questi morti parlano a tutti, nessuno puo’ perdere tempo, servono iniziative rapide per fermare questa tratta infame e riconoscere la dignità a migliaia e migliaia di uomini e donne in fuga da guerre, violenze, fame.
Anche nelle Marche vogliamo far sentire la nostra voce e il nostro sentimento di sdegno per quanto sta avvenendo. Consegneremo una lettera alla Prefetto di Ancona perché si faccia carico di trasmettere al Governo le nostre preoccupazioni e l’invito ad agire in fretta.