L’8 febbraio 2015 alle ore 9,30 si è svolta, presso la sede del Circolo Acli di Montegranaro l’evento organizzato in collaborazione con la Presidenza Provinciale Acli Fermo, dal titolo: “LE ACLI E LE ATTUALI CRITICITA’: Libertà – Democrazia – Lavoro”.

Tanti i cittadini, soci o sostenitori, intervenuti all’incontro dal tema di sicuro interesse.
Dopo i saluti di Francesco Chimenti (Presidente del Circolo di Montegranaro), che ha ringraziato tutti per aver scelto il circolo veregrense come luogo per l’evento e di Raffaele Vitali (Presidente Provinciale Acli Fermo), ha dato il suo benvenuto il Sindaco di Montegranaro Ediana Mancini, accompagnata da diversi esponenti del Consiglio Comunale presenti anch’essi in sala – a testimonianza dell’importanza dell’evento per la città di Montegranaro, che vanta una lunga tradizione associativa e di solidarietà con e attraverso il Circolo Acli.

Dopo le autorità, hanno preso la parola i relatori.
Dania Cataldi ha aperto i lavori leggendo il famoso discorso di Pericle agli Ateniesi sulla Democrazia: un documento ancora oggi suggestivo e capace di richiamare le coscienze all’obbligo morale di coltivare un ideale di democrazia intesa come costruzione, ampia e partecipata, di un sistema di vita e di una forma di governo che sono amministrati “non già per il bene di poche persone, bensí di una cerchia piú vasta”.
In primo luogo Agnese Ranghelli (Responsabile Nazionale del Coordinamento Donne delle ACLI) ha illustrato in un appassionante excursus la storia delle Acli, fin dalla prima elaborazione della dottrina sociale della chiesa nel XIX secolo, alla costituzione formale subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo sviluppo delle Acli e soprattutto la storia delle epocali battaglie condotte (come quella per il riconoscimento del lavoro agricolo, con l’istituzione fin dal ‘47 di ACLI-Terra, o per il lavoro femminile) mostra un’associazione che, nata come “costola sociale” dell’Azione Cattolica, pur collegando a più riprese il proprio percorso con quello delle altre associazioni sindacali, sempre riafferma – nelle tre vocazioni: sindacale, religiosa e caritativo-assistenziale – il ruolo centrale della Chiesa Cattolica nella trattazione del tema sociale del lavoro, considerato un imprescindibile fondamento di una società stabile, democratica e solidale, ma anche solidamente formata nella dottrina cristiana.
Nel suo intervento “Educare alla libertà, alla democrazia: per le Acli una missione attuale” Marta Brunelli ha richiamato l’importanza di come la libertà e la democrazia costituiscano un compito e un impegno educativo continuo, che non può mai interrompersi – a rischio di trasformare concetti importanti in parole vuote e senza senso, ma che finiscono per impattare sulla carne viva del tessuto sociale. Il ruolo educativo delle Acli è oggi quanto mai attuale, giacché educare alla libertà e alla democrazia non può prescindere da un’attività educativa diretta alla formazione dei lavoratori. Il lavoro oggi può assumere nuove e inedite forme e le Acli possono accompagnare questo processo di tras-formazione della mentalità, delle competenze, dell’iniziativa imprenditoriale e – al tempo stesso – formare le famiglie, i gruppi di quartiere, le comunità locali a nuove forme di solidarietà e di collaborazione. Attraverso lo sviluppo di un welfare sociale, possono prendere vita nuovi servizi e vere e proprie forme imprenditoriali basate sulla creatività, sulla sperimentazione e soprattutto sulla coesione sociale, nel nome di una decrescita che sia sinonimo di consumo sostenibile, di rispetto per l’ambiente e di amore per l’essere umano.
Marco Squarcia (rappresentante dei Giovani Acli di Fermo) ha relazionato sul tema delle “zone franche per il lavoro”. Partendo dalla considerazione di come molte zone, soprattutto interne e montane, del territorio marchigiano siano colpite da fenomeni di spopolamento con conseguente dissoluzione del tessuto produttivo e quindi impoverimento delle condizioni di vita dei pochi che vi rimangono a vivere, Squarcia, anche per il nostro territorio, ha proposto il modello delle “zone franche urbane” ovvero l’istituzione di zone infra-comunali di dimensioni minime (prestabilite) in cui è possibile avviare programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro-imprese. L’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo economico di territori (ma anche quartieri, o aree urbane) colpite da disagio sociale, economico e occupazionale. Le agevolazioni messe in campo (esenzione da vari tipi di imposte, contributi per assunzione di dipendenti ecc.) possono aiutare ad esprimere le potenzialità latenti in un territorio, e a rivitalizzarlo offrendo nuove opportunità lavorative a tanti giovani che oggi sono costretti a emigrare – portando via dall’Italia competenze, energie e capacità produttive di cui andranno a beneficiare solo ed esclusivamente i paesi che li accoglieranno. Le Acli possono svolgere un ruolo cruciale per mantenere vitale il tessuto produttivo del nostro paese, e con esso mantenere le condizioni per una società libera e democratica, capace cioè di offrire opportunità e aiuto a tutti i suoi cittadini.
Altre regioni, vedi la Puglia, hanno adottato questo sistema, portando vantaggio a territori in *difficoltà. Le parole sono state riprese poi, dal Presidente Vitali.
Nella sua relazione intitolata “Il lavoro a Montegranaro: i trascorsi e le prospettive” Dalmazio Greci ha illustrato la storia dello sviluppo del lavoro e dell’imprenditoria a Montegranaro dagli anni ’70 ad oggi. La realtà della città marchigiana costituisce una sorta di “laboratorio in miniatura”, la cui storia è rappresentativa non solo della realtà marchigiana ma della piccola e media industria italiana in generale. Attraverso le luci – e le molte ombre, costituite dall’assenza di vere politiche strategiche per lo sviluppo, a livello nazionale – Greci ha ripercorso la storia dell’industria calzaturiera sino all’emergenza attuale. Ancora una volta – a fronte di un mercato globale e di processi di produzione ancora più globalizzati – l’unica prospettiva per uscire è rappresentata dalle nuove tecnologie che possono innovare ed elevare la qualità del prodotto, migliorare i processi produttivi (abbattendo i costi e l’impatto sull’ambiente), infine promuovere una comunicazione moderna e mirata. Ma anche il governo è chiamato alle sue responsabilità: riformando gli strumenti finanziari e fiscali, e adeguando gli strumenti legislativi in direzione di una nuova mentalità che, solo supportando le nuove imprese, le start-up e l’innovazione tecnologica, può garantire al nostro territorio, alla nostra regione e all’Italia di tornare ad essere competitiva, e tornare a produrre un benessere diffuso.
Infine Graziano di Battista, Presidente Camera di Commercio e veregrense doc, ha ribadito come l’economia globale sia – al netto delle numerose e spesso imprevedibili variabili che la influenzano – è molto difficile e penalizzante nei confronti delle imprese italiane. In questo grave frangente gli imprenditori sono i “veri eroi” della contemporaneità, e la Camera di Commercio si adopera per accompagnarli e sostenerli, promuovendo il prodotto italiano sui nuovi mercati emergenti e partecipando alle fiere internazionali che si svolgono non solo in Europa ma anche nei paesi extraeuropei, in primis in Cina. Tutti gli attori sociali, le Acli, le associazioni di categoria, ma anche gli enti per la formazione come l’Università, sono chiamati a collaborare per formare i nuovi imprenditori alle sfide dell’oggi e del domani.
Non poteva far mancare la sua presenza e il suo appoggio il Presidente Regionale Acli Marche Francesco Baldoni, che ha raggiunto la manifestazione e ha dato la propria testimonianza sulla necessità di promuovere nuove forme e nuove modalità di lavoro (qualificato e giovanile) grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie come il web marketing, ma che nel nostro territorio stentano a decollare. Baldoni si è appellato a quel potente strumento di cui le ACLI dispongono, che è la Dottrina Sociale della Chiesa, fondamentale oggi per motivare e sostenere le persone (si pensi solo alle iniziative nel campo della mutualità sanitaria) e soprattutto a promuovere il sistema produttivo, ad esempio attraverso cooperazione come strumento di imprenditorialità.
Il Sen. Massimo Cassano (Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali) – in diretta telefonica da Roma, ha fatto avere il suo sostegno alle iniziative associative delle Acli, spronandole a operare sempre più attivamente a favore del sociale e del lavoro.
Al termine di una giornata ricca di spunti, idee e suggerimenti operativi, ha concluso la giornata il Parroco di Montegranaro Don Sandro Salvucci, che ha ribadito come il sostegno delle ACLI al lavoro – che significa supporto, speranza e futuro per tanti giovani e famiglie colpiti dalla crisi – sia l’ultimo vero baluardo per la difesa della libertà e della democrazia nella nostra società oggi.
Alle conclusioni dell’intera manifestazione, ci ha pensato il presidente Vitali, che ricordando in un emozionante passaggio Don Mario Ferracuti, grande accompagnatore della storia aclista fermana scomparso di recente , ha tracciato le linee guida sintetizzate nei vari interventi. Forte il sentimento verso una situazione di crisi, che non permette più al bel paese di produrre qualcosa di proprio, che sia una scarpa o un uovo, la difficoltà sta nei troppi costi e cavicchi burocratici e non solo, che ci si trova davanti.
Ad alzare i costi sono le troppe tasse che il datore di lavoro paga per i propri dipendenti, uniti alla peripezia burocratica da affrontare per aprire o gestire un’attività, alzando enormemente i costi della produttività. Oggi per aprire un’attività i tempi sono di 5 o 10 anni, avendo autorizzazioni molto lunghe nel tempo. Altri paesi come la Svizzera, concedono deleghe in soli 6 mesi. Per fare si che i giovani siano invogliati a mettersi in gioco, il presidente ha avallato in pieno la proposta dei Giovani Aclisti delle Zone Franche Urbane, adottandola come un possibile rimedio alla crisi generazionale in atto. Una crisi emorragica, che se non fermata porterà ad uno spopolamento dei territori e alla perdita di culture e sapienza, oltre che ingegno e coraggio. Ufficiale quindi la proposta di chiedere a nome delle Acli, un intervento in tal senso alle forze politiche e sociali, più autorevoli, con l’istituzione delle Zfu nei territori del fermano in grande difficoltà. Perché come ribadito anche nel tema, quando scendono la Democrazia e la Libertà, cala anche di conseguenza il Lavoro.