L’Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro della diocesi di Fano e le ACLI provinciali di Pesaro Urbino hanno organizzato per il 27 maggio l’incontro dal titolo “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale” presso il monastero di Fonte Avellana. Dopo la prolusione del priore di Fonte Avellana, padre Giacomelli, e gli interventi programmati di Marco Moroni, per le Acli delle Marche, di Ubaldo Alimenti, per l’Azione cattolica di Fano, e di Daniela Dalle Ave per l’Equipe diocesana della pastorale sociale e del lavoro, la relazione introduttiva è stata tenuta da suor Alessandra Smerilli, del Comitato nazionale organizzatore delle Settimane sociali. Non occorre insistere – ha detto suor Alessandra – sul valore del lavoro: il lavoro è dignità, è impegno, è partecipazione, è cooperazione, è capacità di rapportarsi con gli altri. La mancanza di lavoro mortifica e inasprisce. Anche per questo i dati sulla disoccupazione e in particolare sulla disoccupazione giovanile sono inaccettabili. Il lavoro è cambiato, ma sta cambiando ancora; le trasformazioni porteranno cambiamenti profondi: il futuro è alle porte e allora bisogna attrezzarsi. Anche la formazione al lavoro dovrà essere diversa. Su tutto questo si sta lavorando nelle varie diocesi e si lavorerà a Cagliari. Dagli incontri finora realizzati e dal lavoro di riflessione in corso stanno emergendo alcune proposte. Per gli esclusi dal lavoro è possibile prevedere una forma di redistribuzione del reddito; oltre al Reddito di inserimento sociale, si possono realizzare politiche redistributive che riducano la disuguaglianza sociale. Si possono poi prevedere forme di lavoro in molteplici attività di cura, come si è fatto in altri Paesi: lavori socialmente utili, lavori part-time ma retribuiti. Infine, e soprattutto, si possono prevedere forme di riduzione dell’orario di lavoro, che permettano di redistribuire il lavoro esistente. Le norme sociali non sono immutabili: possono cambiare. Lo si è fatto quando sono state introdotte le otto ore. Sognare un lavoro diverso è possibile, anzi è necessario: è il nostro compito. Il dibattito seguito alla relazione è stato concluso dal vescovo di Fano, monsignor Armando Trasarti, attuale responsabile della Commissione regionale per la pastorale sociale e del Lavoro, che ha invitato ad affrontare i temi più scottanti e i problemi sociali emersi negli ultimi anni anche nelle Marche: non solo la crescita della disoccupazione e della disuguaglianza, ma anche l’aumento del clientelismo e della corruzione, oltre alla mancanza di mobilità sociale. Dobbiamo essere vicini a chi lavora e a chi non ha lavoro – ha concluso il vescovo; dobbiamo sentire l’umanità di chi ci sta accanto e soprattutto dobbiamo dare risposte concrete ai poveri