In uno dei circoli storici della Provincia, il Circolo Acli di Sant’Andrea in Villis (frazione del Comune di Fano), si è svolto sabato 12 dicembre l’evento organizzato dalle Acli pesaresi per ricordare i 70 anni dalla fondazione delle Acli. Dopo il saluto del Presidente del Circolo Enzo Di Sante e del Vice Presidente Franco Tebaldi sono stati visionati dei documentari d’epoca che illustravano la storia del movimento nel primo dopoguerra con i quali ci si è calati nel clima delle origini dell’organizzazione. Il responsabile regionale del Centro Studi delle Acli marchigiane, prof. Marco Moroni,  ha poi avuto il compito di trattare con una ampia e approfondita relazione la storia delle Acli Marchigiane in questi 70 anni. Moroni ha rievocato i periodi storici, nei quali l’organizzazione è stata protagonista di proposte anche innovative, sempre conservando la sua missione originale di associazione di tutela dei lavoratori. Non sono mancati i periodi di difficoltà, causati anche da incomprensioni con le gerarchie ecclesiastiche del tempo, ma sempre l’associazione ha saputo riprendersi e trovare la giusta via. Moroni ha tenuto a sottolineare anche l’attività svolta dalle Acli della nostra regione negli ultimi anni su temi quali il lavoro, i giovani e la famiglia: a questa attività è dedicato il libro “Giovani, lavoro e famiglia” pubblicato nel 2015 dalle Acli delle Marche. Infine Moroni, ha concluso il suo intervento ricordando quanto di recente ci ha detto Papa Francesco. In occasione dell’udienza concessa nella sala Nervi al movimento aclista lo scorso 23 maggio Papa Francesco ha aggiunto alle tre storiche “fedeltà” delle Acli (fedeltà ai lavoratori, fedeltà alla democrazia, fedeltà alla chiesa) una quarta fedeltà: quella “ai poveri”. Lasciarsi guidare da queste quattro fedeltà: ecco il compito delle Acli oggi. Il presidente Provinciale Maurizio Tomassini riprendendo parti del testo “Le Acli nella Provincia di Pesaro e Urbino: una presenza umile ma diffusa e laboriosa” curata da Antonio di Stefano e Valerio Ietto ha affermato che non esiste futuro se non si cura la memoria. Proprio a Valerio Ietto dirigente dell’associazione dal dopoguerra agli anni 2000 è andato un ricordo affettuoso di tutti i presenti. Le Acli nella nostra Provincia nascono come un patto associativo tra lavoratori, tra gente semplice, tra cristiani che volevano testimoniare la fede nel mondo del lavoro e dare concretezza alla solidarietà. Le Acli Pesaresi vengono dal popolo:questa provenienza è un tratto costitutivo della loro genesi e della loro natura. E ancora oggi che l’era digitale ci propone e ripropone il tema delle ” reti “, vale la pena ricordare che le Acli sono sicuramente una rete e in primo luogo una rete capillare di persone. Oggi 50 circoli e 6.575 soci sparsi anche in piccoli paesi e frazioni della nostra “Provincia Bella” sono il frutto e l’eredità di tanti Aclisti che a tutti i livelli hanno impegnato menti, braccia e cuore raccogliendo la consegna di chi c’era prima di noi e custodendo per chi sarebbe arrivato poi.Questo significa che 70 anni di storia non sono un fardello ma un utile bagaglio di viaggio e che sopratutto il “grande compito” di cui parlava uno dei padri fondatori Achille Grandi rimane al centro della nostra missione. L’accompagnatore spirituale delle Acli Pesaresi  Don Piergiorgio Sanchioni ha ricordato che è iniziato il giubileo della misericordia. Papa Francesco ha più volte e in più documenti richiamato al rispetto e alla conservazione del creato, al tema delle diseguaglianze e della povertà, ai temi della giustizia e della pace. Partendo da questa lettura dobbiamo calare il vangelo nella vita quotidiana dei nostri circoli. A poi sottolineato che tutto va fatto con gioia perchè ai cristiani è dato da Cristo una speranza sulla quale far valere ogni nostra azione. Anche piccoli gesti e momenti di fraternità condivisa possono essere realizzati dai nostri aclisti. Il Sindaco di Fano Massimo Seri nel saluto rivolto alle Acli Pesaresi agganciando la sua riflessione ai filmati storici proiettati, ha sottolineato che in quei periodi del dopoguerra grande era per organizzazioni come le Acli la capacità di mobilitazione popolare, già nei primi dieci anni di vita l’associazione era presente con 8.000 diffusamente in tutto il Paese. Oggi i corpi intermedi debbono reinterpretare il loro ruolo, supportare e stimolare la politica rimanendo fedeli ai loro valori. La pesante crisi economica ha avuto anche una ricaduta negativa sui valori fondanti delle nostre comunità. Ripartire quindi dalla vita sociale dei circoli, dalle relazioni e dal sostegno di tante persone e famiglie sono in difficoltà. Come Sindaco ascoltando ogni settimana decine di cittadini ha una visione diretta dei bisogni che persistono di esigenze di prima necessità. L’amministrazione comunale cerca di fare la sua parte ma se non ci fosse la caritas con la quale si sono sviluppati in questi anni importanti accordi di collaborazione tutto sarebbe più complicato.