Un baratro: “Diventa una dipendenza che mina la tua esistenza quotidiana”. E poi si affonda: “C’è la caduta libera…”. Giuseppe fino a un paio di anni fa è stato schiavo del gioco: “Scommesse sportive”. Vinse la prima scommessa forte, tremila euro su una partita di calcio, e credette di “poter incrementare i miei guadagni di volta in volta”. Ma non andò così: “Nel momento in cui entri nella fase compulsiva, uscire dal gioco è praticamente impossibile.
E vivi solo per quello, giocare è il tuo primo pensiero quando ti svegli al mattino e l’ultimo prima di addomentarti la sera”. Due anni fa è entrato in comunità, quella della Fondazione Exodus a Cassino. Si è salvato. “Noi non siamo medici o insegnanti, ma cerchiamo di essere fratelli maggiori”, spiega Luigi Maccaro il responsabile.
Da avvenire del 12 febbraio 2016