“Il Consiglio di Presidenza Acli, riunito a Roma il 26 e 27 settembre, esprime la preoccupazione per le minacce mondiali alla pace e alla sopravvivenza dei popoli e rivolge perciò in quest’occasione un appello ai movimenti dei lavoratori cristiani e democratici di tutto il mondo perché proseguano in solidale unità sulla strada della pace per il raggiungimento degli obiettivi di giustizia e di progresso nella libertà”. Non è un documento di oggi bensì l’appello con il quale le Acli si esprimevano a pochi giorni dalla prima Marcia Perugia-Assisi promossa il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, il fondatore del movimento nonviolento in Italia.
Son passati oltre 55 anni, e non siamo più in tempo di “guerra fredda”, ma la sostanza di quell’appello rimane di grande attualità disegnando un terreno di impegno tuttora importante per le nostre Acli in un contesto che papa Francesco, con l’abituale mirabile sintesi, definisce “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”. Ed oggi è proprio così: non abbiamo un’area di conflitto, per quanto vasta, definita e delimitata; è l’intero pianeta ad essere in pericolo e non riusciamo a scorgere oasi prive di conflitti, tensioni, preoccupazioni.
Ogni giorno facciamo i conti con problematiche complesse, sottovalutate o ignorate per troppo tempo: fame e miseria, assenza di diritti e lavoro dignitoso per tutti, devastazione ambientale, cambiamenti climatici, migrazioni, problemi politici, sociali, economici, ambientali che coinvolgono l’intero pianeta e producono disuguaglianze e ingiustizie che non trovano soluzioni, modelli e stili di vita e di sviluppo insostenibili che producono crisi e conflitti armati.
Oggi, come all’epoca della prima Perugia-Assisi, ci sarebbe bisogno di un’Europa fedele all’originario progetto di pace, fratellanza e giustizia sociale. E invece, proprio in Europa si stanno facendo largo idee e politiche pericolose che accentuano le divisioni, alimentano le paure, allontanano le soluzioni; passi indietro verso le frontiere e le monete nazionali.
E così come nel 1961, l’anno nel quale si cominciò a costruire il muro di Berlino c’è chi lavora per la costruzione di nuovi muri, ritenendo che l’Europa possa fare a meno degli “altri”: un’Europa che chiude le porte in faccia a chi scappa dalla guerra e dalla fame, che tratta un rifugiato, un migrante o uno sfollato come un sicuro criminale, che volutamente ignora le cause di questi drammi. No, non è questa l’Europa che nasceva a Ventotene.
Molti sostengono che la solidarietà è un lusso che non possiamo più permetterci: è un’idea che si fa sempre più spazio anche nel nostro Paese che pure ha dato, anche in questi giorni, testimonianze di solidarietà straordinarie. Da un siffatto contesto di chiusure ed egoismi al ritenere che le guerre sono inevitabili il passo è veramente breve; e di questo passo, stiamo consegnando il mondo agli interessi di pochi, ai fabbricanti e mercanti d’armi, alla finanza speculativa, ai poteri occulti e corrotti.
Il nostro marciare da Perugia ad Assisi il prossimo 9 ottobre, seppure lungo un percorso ormai tradizionale, vuole essere e richiedere un cambio di rotta, verso azioni quotidiane nonviolente, di educazione, accoglienza ed inclusione, di solidarietà e cooperazione, di dialogo e riconciliazione, di rispetto e valorizzazione delle diversità, di convivenza, di economia solidale e lavoro dignitoso.
Le forme di rifiuto dello straniero che crescono nel nostro Paese, la sfiducia crescente nelle Istituzioni, la crisi dei principi di legalità, l’imbarbarimento del confronto politico, una criminalità organizzata sempre presente, un ambiente sempre più degradato e nuove forme di violenza che sempre più spesso si presentano anche nelle “nostre” case rassegnano alle Acli la necessità di essere oggi, ancor più di ieri, costruttori di pace, soprattutto a casa nostra.
Per la loro storia e la loro vocazione, le Acli sono più di altri chiamate a lavorare quotidianamente per ricostruire relazioni di fraternità, fondate sulla giustizia e la nonviolenza, sull’onestà e il rispetto dell’altro, sulla trasparenza, su una democrazia che richiami ognuno alla cittadinanza attiva e responsabile. È soprattutto per ricordare ad ognuno di noi questo impegno che anche stavolta alla Marcia Perugia-Assisi noi ci saremo e saremo in tanti. Tratto da www.acli.it